Pleniluni e Quarti di Luna

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    Pubblicazione di La chiusa. Romanzo

    30 agosto 2017

    È uscito qualche tempo fa per le Edizioni Cleup di Padova il mio primo romanzo: La chiusa. Una storia dai risvolti noir, abitata da pittori, galleristi, terroristi, preti spretati, ambientata in due continenti. Gli eroi sono un architetto di mezza età e una giovane storica dell’arte, capitati per caso in mezzo ai misteri che si impegnano a risolvere. All’estero, lontano dai luoghi in cui è nato, il nostro architetto ha fatto fortuna. Giunto alla maturità, lo incaricano di un progetto nelle terre d’origine. Non ci credeva, ma lo prende la nostalgia, così si mette alla ricerca del tempo perduto. In questo viaggio mentale, si trova sulle rive di una chiusa che spezza e organizza a modo suo lo scorrere di un fiume. E si accorge che indietro non si torna. Occorre guardare avanti: solo così si può vivere e trovare un amore infine ingenuo e tranquillo. Per farlo deve attraversare la scoperta di vicende inaspettate e inquietanti, imbattersi in personaggi minacciosi, venire a capo di violenze e persecuzioni, far luce su misteri, rimasti tali fino ad allora solo perché nessuno aveva voluto vedere. Partito alla ricerca di storie, comprende che la sua vita è passata accanto alla Storia senza che lui lo sapesse, e che forse è stato meglio così. Del romanzo è disponibile l’e-book, pubblicato da streetlib, presso le principali librerie telematiche. Riporto qui le prime pagine del libro.

    Attesa

    06 luglio 2017

    ... così passa il tempo nell’attesa di stagioni migliori e cuori disponibili a rincorrere l’avventura dietro ogni angolo ogni albero ogni attimo della povera vita che ti prende braccia e gambe e fegato da roderti e lo sai mentre lo sguardo si macera rattrappito nell’attesa dei fiori per esempio a primavera quei colori allucinati profumati illustri in questo e in altri mondi che potrai un giorno visitare se fin da oggi prendi e ti segni in lista sperando che venga il giorno il mese e l’anno e infine l’ora attesa che non potrai più disdire rinviare allontanare come fa il bue minacciando la mosca con la coda dove stai al tuo turno attento senza perdere un attimo in parole inutili col vicino che ti ha concesso il fato sempre irriverente e imprevedible per dare un senso a questa attesa che potrebbe essere poi sul mare dove galleggiano nel vasto rovinio di correnti nuotatori come boe come palloni sopra le onde instabili segnali di correnti venute dal lontano nuovo continente o passate per sottili bracci di mare iridescente come giochi di prismi e di riflessi che attenuati per te dal lungo attendere e sotto il pesce scuote le pinne ignaro e sopra plana la candida maestà di quei gabbiani che impegnano il cielo il mar lo scoglio e comprensivi aggiungono speranza alla tua attesa...

    Dono

    03 giugno 2017

    ... e tu l’hai trovato il dono negli strali lucenti dell’aurora di oro e sangue e viva fiamma ideale nel cielo riaperto dal mattino invocato per una nuova vita o un nuovo giorno almeno nel vecchio silenzio dei lucori sulla riva estrema del possibile riaperto per l’occasione ai crisopazi come alle corniole e a diademi di rubini in dono se le parole ti cercheranno l’anima e il frastuono cessi all’improvviso lasciando calma infinita e dolcezza sovrumane là davanti allo scoglio altofrangente per l’acqua amara di salinità veloci e vedi scorrere onde batter flutti frangenti rompersi schiume scherzare in perle immemorabili e caduche cadenti in mare in quest’aurora ingioielata di rifrazioni e di specchi malconnessi dove ti vedi e no e appare tutt’altro da te quel dio marino o sirena che sia reggente il dono danzando sulle creste smerlettate suonando le tube dei tritoni mescolando i gesti alle parole di una lingua sconosciuta eppure tanto chiara dove ti ritroverai sognando carole frementi di nereidi credendo di incontrare la sorte resa persona o essere senziente tu meditando che ti risolvi in niente e piano piano passa l’oro passa il sangue di fiamme vivo s’alza l’azzurro elevato sublime liscio e terso e tu guardando infine in quella luce chiara comprendi che nient’alto era che questa visione queste immensità questo campirsi il dono...